Le iniziative estive proposte dalla Pastorale giovanile diocesana e portate avanti da molte parrocchie sono state accolte con un’imprevedibile ondata di entusiasmo. Continuiamo a vivere in un periodo animato da profonda instabilità e traumatici cambiamenti e il ruolo che gli oratori e le agenzie educative rivestono sul territorio si fa sempre più determinante. Sono sempre più necessarie proposte non solo interessanti, ma anche all’altezza delle sfide che i nuovi tempi ci impongono.

Le esperienze dei Grest e dei centri estivi sono tra le più feconde opportunità che la comunità cristiana mette a disposizione per seminare e lasciar sperimentare il buono e il bello che abita in ciascuno di noi; è anche per questo, forse, che sono tanti i volontari che si mobilitano per rendere l’estate oratoriana dei ragazzi e dei bambini più entusiasmante e serena possibile. Questo non può che farci ben sperare, anche e soprattutto perché cogliamo l’importanza di un volontariato sempre più qualificato e aperto ai tanti imprevisti che oggi l’educazione comporta. Proprio per questo la nostra diocesi ha pensato di dotarsi di una “cassetta degli attrezzi” utile per far fronte alle necessità educative e spirituali di chi si approccia all’esperienza estiva in oratorio. Un percorso formativo in tre tappe vissuto sul territorio diocesano che ha coinvolto più di cento adolescenti animatori che hanno deciso di conciliare esami, vacanze e lavoretti estivi con la possibilità di dedicare il proprio tempo ai più piccoli. Guidati da un’équipe di tutor, sono stati accompagnati a conoscere lo stile e le competenze dell’animatore, gli elementi base dell’attività estiva e, infine, gli strumenti utili ad avviare una vera e propria progettazione. Un’occasione per passare dei contenuti, sicuramente, ma anche per generare consapevolezza in tutti quegli adolescenti che decidono di avvicinarsi all’oratorio e di prestare servizio con spirito di condivisione e senso di responsabilità.

Ci possiamo dire soddisfatti di questo ritorno negli oratori? “Diciamo pure che gli oratori non se ne sono mai andati, forse erano i ragazzi a non esserci più”, sottolinea don Pasquale Fracasso, direttore di Pastorale Giovanile e responsabile del progetto Ritmi di Prossimità. “Le colpe non sono da imputare a nessuno in particolare, veniamo da periodi difficili che ci hanno provato e temprato sotto molti aspetti, perciò ora vedere tante famiglie e tanti adolescenti che si rivolgono agli oratori e accolgono con entusiasmo le proposte offerte è per noi motivo di grande gioia. Non solo per me, credo un po’ per chiunque scommetta sull’educazione delle giovani generazioni oggi”.

“Dobbiamo tornare a stare con i ragazzi, ad ascoltarli, a cogliere quei codici linguistici tipici della loro età che non devono tanto spaventarci quanto spingerci a voler imparare sempre di più da loro” ha aggiunto don Luigi Maggio, collaboratore della Pastorale Giovanile diocesana. “L’estate in oratorio dev’essere un momento per offrire tempo di qualità, tempo che fa diventare grandi dove proviamo a trasmettere l’importanza di scommettere sul futuro. Quel futuro che si costruisce giorno dopo giorno a partire da oggi.” Parole che sottolineano con lampante semplicità il ruolo pastorale e sociale degli oratori, che non devono mai essere percepiti come parcheggi per minori, bensì come spazi di crescita gestiti con professionalità e animati da un progetto educativo. L’attenzione fondamentale da avere sul finire di queste esperienze o mentre ancora continuano in molte realtà con campi estivi, laboratori creativi e sportivi o altre esperienze di comunità, è che l’impegno messo in campo in questo periodo non si esaurisca con l’estate, ma diventi propulsore per una ripresa più strutturata e puntuale di tutti quei percorsi che a più livelli riguardano i bambini, i ragazzi e i giovani.

Serena Merico
Responsabile Comunicazione del Progetto “Ritmi di Prossimità”